[Torna alle Fiabe di Cuoricina] Le Fiabe di Donna Mariangela

Benvenuti e buon divertimento    La storia di
TRE ANGIOLETTI
 
 

Nel cielo regnava una grande pace.
Una luce soave si diffondeva nell'etere.
Un Arcangelo dal volto di bimbo sorrideva felice.
Egli chiamò a sé tre angioletti ancora un po' spaesati:
Miriam, Luca ed Ester.
Miriam stava leggendo il libro del Re e sembrava in profonda meditazione.
"Cara Miriam, tu sei la più giudiziosa
e conosci da più tempo l'arcano vivere di questo regno.
Il Signore vuole inviare Luca ed Ester sulla terra,
per accostare dei bambini e desidera che tu li accompagni,
data la tua esperienza!"
 
 

Miriam sollevò lo sguardo dal libro e si dichiarò pronta ad ubbidire.
L'Arcangelo chiamò i due angioletti e spiegò loro quanto avrebbero dovuto fare.
"Vi è stato assegnato un compito assai delicato.
Dovrete scendere sulla terra per accompagnare nella loro vita due bambini
che portano il vostro nome.
Sono due fratellini nati da poco.
Io vi condurrò da loro e, lungo il cammino, vi spiegherò
il vostro compito.

I due angioletti si dichiararono pronti.
Luca si mise la sua tunica azzurra, preparò le grandi ali,
mentre Ester si vestì di viola così da accostare il colore
del vestitino al giallo delle sue ali.
Miriam fece loro da guida e si raccomandò
affinché fossero molto attenti nel tenere d'occhio i due bimbi così da evitare loro che si facessero del male.
 La casa dei fratellini era molto accogliente,
anche se semplice e piccina.
I genitori erano poveri, ma felici della nascita dei
due gemellini.
Gli angioletti erano al loro primo incarico
e rimasero stupiti di tutto ciò che vedevano e che osservavano con curiosità.
Quello che più li colpì fu la tenerezza con cui mamma Agnese
cullava i suoi piccini.
Non sapevano che cosa fosse una mamma!
Agnese iniziò a cantare una dolce ninna nanna,
e, appena i bimbi furono addormentati, li lasciò per sfaccendare.
Prima però rivolse una preghiera al Signore perché vegliasse su di loro.


 

Il babbo Cristino si mise invece a leggere tranquillo.

Non appena si svegliarono, i due bimbi cominciarono a piangere
e i due angioletti non sapevano che cosa fare.
La mamma Agnese però non appena li sentì corse a sollevarli
e subito, nelle braccia della mamma, si calmarono.



Luca ed Ester, i due bimbi, crescevano in fretta
sotto l'occhio attento dei due angioletti
Una volta, quando essi avevano ormai la capacità di camminare,
si presero per mano ed uscirono senza che i genitori se ne accorgessero,
ma Lu ed Es (chiameremo così i due angioletti per distinguerli dal nome dei bimbi)
li osservavano da vicino.
Non potevano farsi sentire, non era loro concesso,
ma potevano intervenire in caso di pericolo.

Ad un tratto sbucò veloce
una bicicletta.
La montava una donna che portava sul manubrio il cestino con la spesa.
Lu ed Es si accorsero del pericolo e,
prima che i bimbi si rendessero conto del pericolo,
intralciarono il passaggio alla bici.
La ragazza cadde senza farsi male e, mentre raccoglieva le sue provviste,
Luca ed Ester spaventati corsero incontro alla mamma che, nel frattempo,
era scesa in strada a cercarli.
Che spavento! Povera mamma!
Afferrò i due bimbi fra le braccia e, senza dire una parola
(non aveva più fiato!) li riportò a casa.



Venne il giorno in cui i due bimbi dovettero andare a scuola.
Non sempre i genitori potevano accompagnarli,
così li raccomandavano ai loro angeli custodi.
Lu ed Es cercavano di essere attenti,
ma non potevano fare tutto ciò che avrebbero voluto:
la loro natura li rendeva invisibili ed anche impotenti per certe situazioni.
Avevano però il dono di farsi capire anche senza parlare.
Così li incoraggiavano nello studio, nel prestare attenzione alle lezioni,
ad essere diligenti nell'eseguire i compiti.
Purtroppo, mentre loro davano buoni consigli,
c'erano anche due diavoletti che suggerivano cattivi comportamenti.
Un giorno i due diavoletti si insinuarono nel cuore dei due ragazzini,
ormai erano cresciuti, e li convinsero a marinare la scuola
per seguire alcuni compagni più grandi.
Cominciarono ad entrare in una sala di videogiochi
e, non avendo soldi, riuscirono a rubare qualche monetina dalla cassa
approfittando della distrazione della proprietaria,
che era stata richiamata da uno dei più grandi
ad osservare una scena avvenuta all'esterno.
Non era accaduto proprio niente, ma lo scopo di distrarre la donna era riuscito.
Cominciarono i loro giochi,
ma la cassiera, controllando l'incasso, si accorse che qualcosa non quadrava.
Cominciò a fare domande qua e là, ma senza esito.
Si ricordò però di quel ragazzino che l'aveva distratta e capì che era stato lui con la sua cricca di amici.
La somma non era molto alta, ma volle ugualmente dare una punizione ai ragazzini facendo apparire la cosa più grossa.
Fuori c'era un vigile di sua conoscenza.
Lo chiamò e lo convinse ad entrare e minacciare i ladruncoli.
Egli prese i nominativi di tutti e assicurò che avrebbe parlato con i genitori per multarli.
Luca ed Ester, che erano alla prima bricconata, cominciarono a piangere ed a supplicare il vigile di lasciarli andare promettendo che non l'avrebbero fatto mai più.
I due angioletti, che non avevano potuto intervenire,
rimasero assai male ed affrontarono i due diavoletti.
Se non proprio una battaglia, si scatenò fra loro una vera lotta.
I diavoletti se la ridevano per la loro vittoria,
ma i ragazzi capirono il guaio che avevano combinato.
Non si assentarono mai più dalla scuola.

Purtroppo però le marachelle non finirono lì.
Ormai i ragazzini erano giovinetti e i due angioletti speravano
di avere un po' di respiro.
Non avevano fatto i conti con una banda di ragazzacci
che si aggiravano da qualche tempo intorno alla scuola.
Erano ladruncoli e avevano iniziato a seguire una brutta strada.
Dopo aver imparato a fumare, non si accontentarono delle sigarette,
ma cercarono lo "sballo", come dicevano loro.
Cominciarono con qualche spinello, per passare poi a droghe più
pesanti.
Per racimolare soldi erano costretti a rubacchiare ed a spacciare.
Ecco perché puntavano sugli studentelli ancora sprovveduti.
Ester, la ragazzina, più accorta, aveva capito il gioco e non ci cascò.
Luca invece, più ingenuo, volle provare.
Si sa che basta iniziare e poi non ci si ferma più.
I due angioletti erano disperati.
Non sapevano più che fare.
Pensarono di fare un volo in Paradiso da Miriam, la loro consigliera.
Miriam, nel sentire quanto stava accadendo, fu molto preoccupata.
Si rivolse all'Arcangelo, che prima cercò di confortarla,
poi le disse:
"Cara la mia Miriam,
purtroppo sulla terra le cose si mettono male.
I giovani si lasciano attirare da false prospettive,
non sono mai soddisfatti, non hanno più ideali e cercano la felicità dove non possono certo trovarla.
Vedi che cosa succede al sabato sera:
vanno in discoteca, bevono liquori, assumono droghe,
poi escono ubriachi.
Si mettono al volante e provocano incidenti.
Sapessi quanti arrivano quassù prima della scadenza!
Non è facile aiutarli.
Devono battere il naso, come si è soliti dire, cioè devono
fare qualche esperienza che li rimetta sulla buona strada.
A volte capita che amici assennati, e per fortuna ce ne sono ancora tanti,
riescano a portarli sulla retta via.
A noi non rimane altro da fare che provocare questi incontri.
Provate a cercare, con gli altri angeli, qualche giovane di buona
volontà e disponibilità e provocate qualche incontro con il
vostro Luca prima che non si rovini del tutto."
Miriam riferì agli altri quanto aveva appena ascoltato
e, tutti uniti, si diedero da fare.
Ester rimase tranquilla, pur essendo vivace, amava lo studio,
frequentava buone amicizie e fu la prima a cui
gli angioletti si rivolsero per aiutare Luca.
Ester frequentava la Chiesa e, ispirata dal suo angelo,
si rivolse a Don Mauro, un bravo giovane sacerdote,
a cui raccontò quanto aveva capito dal comportamento del fratello.

Don Mauro, terminata la celebrazione della Messa,
ascoltò attentamente Ester e le disse di accompagnare Luca da lui.
"Ma Luca non vorrà certo venire"
replicò la ragazzina.
"Senti un po'.
A Luca piacerà certamente la musica se va in discoteca.
Forse gli piacerà anche cantare.
Io ho formato un piccolo coro di voci bianche.
Prova ad invitarlo a cantare, a far sentire la sua voce.
Forse accetterà.
Prova"
Così fece Ester e Luca, allettato dalla cosa, pur temendo di dover cantare solo inni religiosi, volle provare.
L'angioletto Lu aveva fatto la sua parte sussurrandogli la risposta.
Venne il giorno della prova.
Don Mauro, avvisato da Ester, si mise al piano e cominciò a suonare
una canzone moderna, di quelle che piacciono ai ragazzi.
Luca, incoraggiato, si presentò ed iniziò
a canticchiare la canzone che conosceva bene.
"Bravo, hai una bella vocina, adesso proviamo insieme"
La cosa era fatta!
Ci volle poco a far sì che il ragazzo diventasse amico di Don Mauro.
Dopotutto Luca era solo un debole, ma ancora buono di animo.
Fece parte del coro e gli piacquero anche i canti religiosi,
dato che anche quelli avevano melodie allegre.



Gli angioletti erano felici ed andarono in cielo
a riferire quanto era accaduto.
Miriam era già al corrente, dato che aveva seguito i loro passi.
Luca ed Ester continuarono insieme a comportarsi bene
rendendo felici Lu ed Es.
Crebbero buoni, incontrarono amici,
completarono gli studi laureandosi in matematica,
ma continuarono sempre a coltivare la musica, con il canto e lo studio di uno strumento:
Ester al pianoforte, Luca con la chitarra, eseguirono
concertini applauditi da tutti.
Babbo Cristino e mamma Agnese erano orgogliosi dei loro figlioli.
Gli angioletti erano felici e anche loro ricevettero applausi.
F I N E


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