[Torna alle Fiabe di Cuoricina] Una nuova storia tutta... per te!

UN PESCIOLINO TUTTO MATTO

Un pescatore sfortunato, direte voi!
Non riesce a prendere neppure un pesciolino,
ma solo barattoli, cianfrusaglie e così via.
Macché sfortunato!
C'è qualcuno che lo prende in giro...
é un piccolo pescetto che si sta divertendo!
Lo chiameremo Pippo.

Pippo sarebbe un grazioso pesciolino,
rosso con strisce bianche,
vivace e amico di tutti.
Però ha un difetto:
è dispettoso.
Si diverte a mettere gli altri in imbarazzo.
Ha un fratellino, molto più tranquillo di lui
e deve subire le sue birichinate.
Quando si accorge che il fratellino
sta per gustare un buon bocconcino,
zaf, glielo strappa di sotto il naso.

Riesce sempre a sfuggire all'amo
del pescatore, mettendogli accanto,
come ha fatto poco fa, scatolette,
straccetti o altro, così lui se la svigna e l'uomo resta
con un palmo di naso.

Se ci riesce acciuffa addirittura il boccone
attaccato all'amo e se lo mangia!

Un giorno incontrò un amico che
faceva salti fuori dall'acqua come un delfino.

Avrebbe voluto imitarlo, ma non ci riusciva...
"Ma come fai? Insegnami"
"Non è possibile, caro.
Queste cose non si possono insegnare,
si nasce così e si impara fin da piccoli.
Se tu saltassi fuori non potresti più respirare
e moriresti."
Poco persuaso, Pippo continuò a fare tuffi,
salti, non riuscendo però a stare fuori dall'acqua
che pochi istanti perché poi non riusciva più a respirare.
"Sei proprio tutto matto"
gli urlava l'amico.
"Smettila, ascolta i miei consigli!"

Un'altra volta vide sulla spiaggia un ragazzino
con una vaschetta in mano.
Nella vaschetta piena d'acqua
c'erano dei pesciolini rossi,
che si dibattevano in quel piccolo spazio.
Oltretutto l'acqua della vaschetta non era adatta
a loro: non erano i soliti pesci rossi di acqua dolce!

"Poveri fratellini miei!
Come avete fatto a finire lì dentro?
Mi fate pena e adesso cercherò di liberarvi".
Ma come fare? Lui non poteva uscire.
Ne parlò con l'amico saltatore
e combinarono un piano strategico.
"Quando tornerà quel bambino,
io mi avvicinerò alla spiaggia,
lui penserà di prendere anche me e di
farmi finire insieme a quei poveretti.
In quel momento tu comincerai a fare i tuoi salti.
Lo spruzzerai con l'acqua che riesci a smuovere
e lui lascerà cadere la vaschetta.
Così i miei fratellini potranno tornare con
noi al largo".
Il tentativo riuscì,
Non era poi tanto matto il nostro Pippo!
Aveva un cuore d'oro
e voleva sempre aiutare gli altri pesci
meno furbi di lui...

Un pesce poco discosto sembrava boccheggiante
tanto che Pippo credette che quelle bollicine
che uscivano dalla sua bocca
fossero troppo veloci.
Forse soffre, pensò Pippo
e si avvicinò,
ma quello lo cacciò via in malo modo
ordinandogli di pensare ai fatti suoi.

E presto dovette pensare davvero ai fatti suoi...
Un grosso pesce stava facendo uno spuntino
ingoiando pesci piccoli più che poteva.
Anche Pippo finì nella sua larga bocca,
ma anche se un po' spaventato, approfittò
di un attimo in cui quello aprì la bocca e scappò via
facendo "marameo" a quel mammalucco!



 

Ma chi è quel tipo che avanza tutto impettito?
Lui non lo sa: è un ippocampo, cioè un cavalluccio marino.
Infatti ha una testa che ricorda proprio quella di un cavallino!

"Ma come nuota quello lì?!
Che cosa sta mangiando?"
Infatti quello strano pesce non ha denti,
ma pare che aspiri il cibo, formato da piccoli crostacei.
Per spostarsi poi usa farsi spingere dalla pinna dorsale
usando anche quelle vicine alla testa.
Con la coda pensile riesce ad ancorarsi
ai coralli o alle alghe.
Quindi è un pesce buffo, e Pippo lo osserva stupito.



 
 

Il divertimento più grande per Pippo è rincorrere
gli altri pesciolini.
Si nasconde fra le alghe e i coralli,
aspetta un pesciolino guizzante nell'acqua
e svelto cerca di raggiungerlo e superarlo.

Con astuzia riesce sempre a sfuggire agli agguati,
che qualcuno cerca di tendergli.
E' proprio un birbantello e chi lo osserva
esclama: "Ma guarda Pippo,
è proprio un pesce matto!"



Caro Pippo, pesce matto
stai attento e, quatto quatto
stai se appare il pescatore,
che non è di buon umore
se la lenza che ha gettato
non gli porta un pesciolino
anche se assai piccino,
proprio a te, tale e quale,
dall'aspetto proprio uguale.
 
 


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