La Terra del Vento

Tutto appariva favola,
nuda e inviolata inquietavi la mia sete di sfida.

Poche le strade asfaltate,
ma miriadi di vene sconnesse accompagnavano
la mia fretta di scoprirti.

Il vento gelido testimoniava al mio stupore
il non risveglio,
mi pungeva il viso
una sottile pioggia di sabbia nera,
a me sconosciuta.

Scogliere abitate da uccelli
in lontananza si scolorivano
ogni volta che i pennuti si alzavano in volo.

Montagne intitolate,
eccitavano
la mia fantasia,
tra le tante,
una ci osservava con occhietti inquietanti;
il tempo si fermava
e con esso per attimi il respiro.

I colori accarezzavano lo sguardo
che si voltava intristito
alla ricerca di nuove tavolozze.

Uggiose le giornate
scavavano l'angoscia che il sapore di quella terra
teneva assopita.

In punta di piedi
si violavano le valli addormentate
che abbracciavano pianure infinite.

Scalzi, quasi increduli,
si contemplava 1'oceano che smarriva 1'equilibrio
dei sogni sepolti da un esilio.

E quando il congedo
diventava crepuscolo
si spegneva I'orizzonte.

Poi...

Una casina rossa,
finalmente noi
riscaldati da moccoli tremanti
si giocava a scacchi
riflessi nelle vetrate e...

al di là il buio.



Giacomo di Stilo


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