GFMIB: DOCs - Novegro'98

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"Italo Briano"

DOCs - NOVEGRO '98

"FACCIO RAPPORTO...."
di Paolo BARDOTTI

Faccio rapporto a quelli che non sono potuti venire a Novegro; premetto che mi sono curato per lo più dell'H0 e che per evitare cantonate ometterò il nome degli artigiani se non ne sono sicuro.

Ma come premessa voglio fare presente che la cosa più affascinante di tutta la manifestazione è stato anche quest'anno il "vapore vivo", che ha visto la presenza delle macchine già presenti gli anni scorsi, ma con l'aggiunta di una deliziosa 880 con tanto di vomere e i telai di due 746 (ex U.S.A.) in costruzione. Per Natale il proprietario (pensionato milanese) nonchè costruttore finirà i due carri (dunque assi, bielle, stantuffi, cilindri...), proverà ad aria compressa il tutto e poi procederà con la realizzazione delle caldaie. Una delle due sarà a carbone, l'altra a nafta; ambedue saranno a vapore surriscaldato. Erano presenti anche una nuova loco "diesel" (penso una 345, o 445) in livrea verde, ma soprattutto una spettacolare 685, la regina delle locomotive italiane, perfettamente funzionante ma ancora da verniciare.

Tornando a bomba alle scale più "umane", vorrei rimarcare l'incredibile affidabilità dell'impianto Fleishmann in scala N, anche se c'è da dire che non un granello di sabbia è stato posato sui binari. Per l'H0 devo dire che a parte il plastico del gruppo di Piombino (sempre imponente per la quantità di moduli, ma un po' raffazzonato per alcuni particolari come i segnali, veramente fuori scala), l'unico altro impianto era quello GFMIB.

L'affluenza come sempre numerosa (10Kb) In particolare su quest'ultimo hanno circolato una favolosa coppia di automotrici TEE Ligure in ottone, ma al secondo sviamento dovuto alla lunghezza delle stesse abbiamo preferito tenerle in "deposito" per evitare danni troppo costosi per le nostre tasche (a parte quelle del Socio che le possiede). Ha invece fatto il suo dovere l'Arlecchino di un altro Socio ("con quello che l'ho pagato deve funzionare, porca miseria!") raggiunta l'affidabilità a seguito di interventi sui ganci, ha girato per ben due ore in blocco automatico. La cassa era in resina mentre la motorizzazione era di derivazione ALe 601 Lima, dunque abbastanza affidabile e robusta per un uso intensivo sul plastico. La scena era veramente superba: in piena linea vedere l'Arlecchino avanzare lentamente in attesa che il 424 Lima (molto lento) liberasse le sezioni di blocco, e poi vederlo in accelerazione e velocità piena fino alla stazione di Mibriano dove entrava con la grazia del prototipo reale...........

Ho visto molte persone non più giovanissime fermarsi davanti alla stazione e guardare l'Arlecchino passare in velocità con gli occhi pieni di ricordi e nostalgia. Anche io, che poche volte l'ho visto dal vero in servizio regolare, ne sono rimasto incantato.

A questo punto mi sento di fare una critica su due modelli del valore di circa due milioni l'uno: abbiamo dovuto sostituire i ganci perchè della vecchia serie difettosa Roco. Nel frattempo Roco ha immesso sul mercato altre due serie di ganci corti, tutte e due molto più affidabili (parlo di anni!). E' mai possibile che chi spende certe cifre debba poi spendere altre 5.000 lire per evitare di perdersi la rimorchiata nel punto più inaccessibile del circuito ? Non potrebbe spenderle il costruttore quelle 5.000 lire ??

A parte questi pezzi da collezione, ho visto in giro fra gli stand altre piccole chicche, più o meno alla portata del fermodellista medio e con prezzi non molto distanti da altre produzioni commerciali. Da Navitren erano esposte due elaborazione su base Roco: un 625 con cassa in ottone su telaio del 626 Roco non ancora completo (per Natale, sotto al milione, da prenotare) e un 636 (credo lo 082) con reostato e sfogatoi sperimentali (sul prototipo ovviamente...) su base 636 Roco e cassa in resina (intorno alle 500.000 lire, in prenotazione, pochissimi esemplari).

Tra le grandi presenze raffinate c'era Laser che portava un graziosissimo bagagliaio per treni merci serie DM 99.800 in livrea grigio ardesia (300 esemplari) e castano (250 esemplari). Seguirà una variante con soffietti adatta a treni passeggeri. In ogni caso il prezzo si aggira sulle 80.000 lire.

Allo stand Lima-Rivarossi-Jouef di nuovo per l'Italia ben poco: erano esposte le casse non verniciate (trasparenti) delle carrozze intermedie di un ETR460 (quattro elementi); degli elementi d'estremità c'erano solo i telai, con motorizzazione piuttosto compatta, doppio volano e trasmissione cardanica su due carrelli.

Imperversava il digitale, presentato dai soliti grandi e da qualche "piccolo", incluso Portigliatti che esponeva la nuova componentistica in maniera "molto digitale" ma poco appagante per il pubblico.

Ho visto poi un'altra marca di cui non ricordo il nome (estetica delle centraline di comando copiata pari pari dal sistema Arnold, identico a sua volta al sistema Marklin) che presentava una centralina digitale interessante due controlli in parallelo (proprio due manette e due visori), per controllare parallelamente due macchine senza dover reimpostare il codice, molto utile per manovre di scalo, composizione treni e doppia trazione (soprattutto simmetrica, con aggancio in corsa).

Sono poi rimasto colpito da un artigiano che esponeva postali e bagagliai anni '30, sia a carrelli che a due assi, in ottone fotoinciso, tanto belli da far sfigurare qualunque altra produzione commerciale (alle volte gli artigiani propongono pezzi particolari ma realizzati da cani, al punto da sfigurare in composizione con materiale commerciale). Mi sono rifiutato di chiedere informazioni sul prezzo............

Per il resto la solita baraonda di pali, luci, aggiuntivi, edifici (sempre più raffinati), pezzi con sporcature in serie limitata, kit in resina per realizzare i viadotti della direttissima in zona Figline-Valdarno, e quanto altro adesso non ricordo.

NULLA DI NUOVO?

A prima vista il plastico sociale modulare che vedete sembra il medesimo presentato l'anno scorso. In effetti non sono stati costruiti nuovi pannelli modulari, ma molto, molto lavoro è stato fatto anche se non tutto è visibile.

L'impianto elettrico di tutti i moduli è stato completamente rifatto, adottando conduttori di sezione maggiorata ed un nuovo sistema di connessione elettrica molto più pratico e robusto. Il tutto per garantire il trasporto senza problemi dell'elevata corrente elettrica necessaria per la trazione di tutti i treni circolanti sul plastico ed una maggiore affidabilità del sofisticato impianto elettronico di blocco di sicurezza, già in funzione da alcuni anni sulla linea a doppio binario elettrificato.

Si è ricostruita la stazione nascosta che, anche se celata al grande pubblico, è il punto nevralgico di ogni impianto, permettendo l'alternanza, il ricovero e la sosta dei vari convogli circolanti. Sfruttando la preesistente struttura lignea, dopo adeguato risanamento, si è rivisto completamente il piano binari, eliminando ogni interscambio tra le diverse linee (già causa di incidenti e problemi) e adottando per ogni linea altri due binari di raddoppio dedicati. Il particolare nuovo posizionamento dei pannelli (sporgenti verso l'esterno) e l'adozione per l'armamento di binari flessibili in nickel-silver codice 83, accuratamente posati a disegnare ampie curve e raccordi, dovrebbero scongiurare eventuali incidenti e sviamenti. Un apposito quadretto geografico con comando ad itinerari (ACEI) consente l'alternanza dei treni che stazionano sui binari di raddoppio con manovre sicure e spedite.

Il nuovo portale semaforico (16Kb) Su tutti i diorami modulari (escluso "Ponti") è stata sostituita la preesistente linea aerea di contatto, danneggiata in svariati punti in occasione di precedenti manifestazioni, con un'altra assai più fine e completa. La nuova linea aerea è stata completamente autocostruita con filo di bronzo fosforoso di 0.3mm di diametro, tirantata alle estremità e completata con tutti gli accessori come al reale, basandosi su pali commerciali opportunamente rielaborati. Sebbene si tratti della linea aerea più fine e realistica mai adottata su un plastico, la sua funzione è mantenuta permettendo la marcia dei treni con pantografo in presa. (Qui a destra nella foto uno dei nuovi portali semaforici completamente autocostruiti).

Importanti interventi anche sui (pochi) fabbricati e sulle opere d'arte presenti sul plastico: su base artigianale si è autocosruito il magazzino merci con ampia tettoia (in legno, come al vero) sul piano caricatore; completato e rifinito anche il fabbricato viaggiatori della Stazione "Mibriano", arricchita di altri pregevoli accessori; nuovo ponte metallico a parete piena sul diorama "San Felisano", sostituzione del precedente ormai distrutto dai numerosi treni sviati e... dall'incuria di alcuni Soci.

Tutti i diorami modulari sono stati dotati di appositi pannelli di plexiglass trasparente di protezione, al fine di preservarli dalle mani di taluni visitatori e dalla noncuranza dei Soci. Anche se sicuramente rovinano l'estetica del plastico (e qui ci scusiamo con gli amici che vengono a fotografare i treni sul plastico) non potevamo più permetterci altri danni o furti alle varie opere, grandi o piccole, autocostruite dai vari Soci del GFMIB per il plastico.

E poi, ancora, si è completamente rinnovato parte dell'armamento della linea veloce sul diorama "Passaggio a livello"; sono state inserite nuove coltivazioni a vigneto nei pressi della casa colonica sopra uno dei pannelli curvi; si è costruita una nuova porzione di paesaggio asportabile all'ingresso della stazione nascosta.

Se tutto questo vi sembra poco...

GFMIB & HOBBY MODEL EXPO
10 anni di plastico sociale modulare

1987 Nel mese di ottobre, da un gruppetto di cinque amici nasce il GFMIB, Gruppo Fermodellistico Milanese "Italo Briano".

1988 Si decide di realizzare un plastico sociale. All’epoca i Soci sono ancora pochi, per lo più giovani (età media 23 anni), non è ancora disponibile una sede o un luogo dove allestire stabilmente un plastico e inoltre non esiste una quota sociale da cui attingere fondi per la costruzione. Per forza di cose viene deciso di realizzare un impianto modulare adottando le "norme APPSI" appena promosse "norme FIMF/MOROP". Malgrado le premesse e utilizzando quasi esclusivamente materiali di recupero, si riescono ad approntare 8 pannelli modulari su cui far correre gli "amati trenini" giusto in tempo per la prima comparsa del GFMIB alla 12^a Hobby Model Expo 1988 di Novegro. L’idea è quella di formare un plastico "passerella": quindi c'è una stazione nascosta e quattro curve a 90°, per un totale di 6 pannelli operativi, e altri 2 pannelli a formare il diorama modulare "San Felisano".

1989 Alla successiva 13^a Hobby Model Expo vengono presentati due nuovi pannelli modulari che vanno ad ingrandire il neonato plastico sociale.

1990 I pannelli GFMIB vengono uniti, in occasione della 14^a Hobby Model Expo, con quelli delle delegazioni di La Spezia e Piombino del Gruppo Tirreno a formare un grande plastico di metri 17x6.3x3.5, con uno sviluppo di binari superiore ai 70 metri. E’ stata la prima volta che moduli a "norme FIMF/MOROP" di provenienza diversa sono stati montati insieme a formare un unico grande impianto: tra la soddisfazione di tutti, non si sono avuti problemi di collegamento, né meccanici né elettrici.

1991 Il GFMIB è divenuto uno dei maggiori gruppi di appassionati in Italia e, grazie ad un accordo con il CRAEM, Circolo Ricreativo Azienda Energetica Milanese, può contare anche su una sede dove riunirsi e lavorare. Alla 15^a Hobby Model Expo sono ultimati altri due nuovi moduli (uno per ingrandire la stazione nascosta operativa e l’altro a formare il nuovo diorama modulare "Passaggio a livello") che portano il plastico sociale ad una estensione totale di 12 pannelli. Nel frattempo la collaborazione con il CRAEM porta alla realizzazione di altri 3 diorami modulari che, ormai quasi completati, vengono lasciati ai legittimi finanziatori (CRAEM) dopo una serie di contrasti che portano alla scissione tra i due gruppi.

1992 Il GFMIB riesce a reperire una nuova grande sede di circa 140 mq, quella attuale di Porta Romana, dove può continuare 1’attività ancor meglio di prima: purtroppo le pessime condizioni iniziali dei locali impongono a tutti i Soci dei grandissimi impegni lavorativi ed economici per tutto l’anno, allo scopo di avviare e portare a termine gli ingenti lavori di ristrutturazione della Sede. Per questo motivo all’ormai tradizionale appuntamento della 16^a Hobby Model Expo non si riesce a presentare alcun nuovo pannello modulare: il plastico modulare esposto nello stand GFMIB è lo stesso dell’anno precedente, soltanto migliorato nelle finiture e nel paesaggio. Il successo è grande, come tutti gli altri anni, grazie anche al materiale rotabile, autocostruito dai Soci o artigianale di altissima fattura. che circola incessantemente durante la rassegna per la gioia di tutti i fermodellisti; in più, la gran quantità di fotografie pubblicate da tutte le riviste del settore, a comprova dell’ottima qualità, fa conoscere il plastico in tutta Italia.

1993 Tutti i Soci del GFMIB sono impegnati per i lavori in Sede, fra cui il progetto e la costruzione della parte fissa del plastico sociale per realizzare il collegamento ferroviario tra il grande salone ed il laboratorio. Grazie alla perfetta intesa tra i Soci, la realizzazione di questa grande opera viene attuata a tempo di record: si pensi che tutta la struttura (circa 4.5x6.5 metri) viene costruita e posta in opera in un solo afosissimo week-end di agosto. Alla 17^a Hobby Model Expo viene esposto il plastico modulare nella medesima composizione da 12 pannelli, ma con i diorami modulari arricchiti di uno sfondo tridimensionale, vera opera d’arte realizzata da un Socio pittore-scultore.

1994 Proseguono i lavori sulla parte fissa del plastico nella Sede GFMIB, tra l’altro con la posa di una breve linea a scartamento metrico. Per quanto riguarda la parte modulare vengono messi in cantiere tre nuovi pannelli a formare il diorama modulare "Ponti", come esercitazione del corso di modellismo pratico tenuto in Sede, e altri due piccoli pannelli da utilizzare come Jolly. In occasione della 18^a Hobby Model Expo viene allestito il plastico modulare in una inedita configurazione a "quadrato" (con i lati di circa 5 metri!), con tre lati visibili al pubblico. per un totale di ben 16 pannelli (alcuni ancora in costruzione).

1995 Viene portato a compimento lo spettacolare diorama modulare "Ponti" e si costruiscono i 4 nuovi pannelli curvi a 90°, con curve di raggio maggiore rispetto ai precedenti, e con paesaggio asportabile. Il diorama modulare "Passaggio a livello" vede, finalmente, inserito un meccanismo per alzare e abbassare lentamente le barriere al passaggio dei treni; il movimento è preceduto, come al vero, dal suono di una campanella. Tutti i diorami modulari già realizzati vengono rivisti nelle testate di intercomunicazione per quanto riguarda le sezioni di paesaggio, unificate su nuovi profili, e riposizionando i binari al fine di ottenere una più sicura marcia dei convogli. Per la 19^a Hobby Model Expo si esibisce il plastico modulare configurato in un lungo rettangolo, con i lati di quasi 8 metri, attraversato da realistici convogli composti anche da 12 carrozze a loro agio nell’ininterrotto e sinuoso paesaggio. E’ ancora un grande successo di pubblico: adulti e bambini, profani ed esperti, sono spesso incollati alle transenne per decine di minuti per vedere, fotografare e riprendere tutti i treni che si alternano sulle tre linee ferroviarie del plastico modulare. Oltre al pubblico, ad ammirare il plastico intervengono le Ferrovie dello Stato, che invitano il GFMIB a collaborare per una nuova iniziativa promozionale. Così, nelle due settimane che precedono il Natale, viene allestito e reso funzionante il plastico modulare per una lunghezza totale di circa 10 metri nel salone biglietteria della Stazione di Milano Garibaldi, per 1’occasione con quattro nuovi pannelli a formare la nuova stazione in costruzione "Mibriano".

1996 I quattro pannelli della "Stazione Mibriano" sono finalmente completati per quanto concerne l’armamento, ancora incompleto e soltanto appoggiato alle strutture durante la mostra di Natale. Vengono messi in cantiere altri 2 pannelli che costituiscono lo "Scalo Merci" quale ampliamento della "Stazione Mibriano" e 2 nuovi diorami modulari "Connessione". Per la 20^a Hobby Model Expo viene portato il plastico nella medesima configurazione della mostra di Natale, con in più un completo sistema di blocco di sicurezza elettronico che consente di far circolare diversi treni sulla stessa linea, a tutto vantaggio dello spettacolo per i visitatori. Dopo Novegro, come il precedente anno, il plastico migra per due settimane alla Stazione Centrale di Milano per il "Natale in Stazione 1996", riscuotendo ancora grandi consensi.

1997 Vengono portati avanti i lavori sui nuovi pannelli "Stazione Mibriano" e "Scalo Merci" che li vedono finalmente completi di massicciata, segnali, pali per la linea aerea di contatto, fabbricati ferroviari e ponti. Anche i due diorami "Connessioni" ricevono armamento, massicciata, paesaggio. Finalmente, alla 21^a Hobby Model Expo, viene esposto il plastico modulare nella solita configurazione rettangolare, ma con i nuovi moduli "Stazione Mibriano", "Scalo Merci" e "Passaggio a livello" a formare il lato in vista di ben 11.40 metri.

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