Il dono
della vita e dell'Oltre
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Mind, Energy and Civilization

Dal profondo della memoria ho recuperato una definizione dell'esistenza senza però ricordarne l'autore: che chiamerò quindi "anonimo":
"La vita è la palingenetica obliterazione dell'io cosciente che si infutura nell'archetipo dell'antropomorfismo universale"
Un'opinione può essere provocatoria: proviamo un'analisi svolgendo il tema in titolo.

1. I doni graditi: Creato e Creature

Anzitutto poter ammirare e godere l'Universo nelle sue bellezze sconfinate, terrestri e celesti, verso cui tende l'Umanità nel scoprire nuovi pianeti, magari abitati o abitabili [1].
In direzione opposta la ricerca microscopica soprattutto il mondo della medicina e della salute umana.
Nel bel mezzo le meraviglie del nostro globo tra i due poli: flora e fauna con le loro innumerevoli specie, scoperte e da scoprire.
I doni massimi per l'Uomo sono l'intelligenza e la memoria, di conseguenza l'istruzione e la cultura, classica e scientifica: quindi le gratificazioni per la vita, per il lavoro ed i suoi risultati.
Ma il dono più gradito è l'Amore nelle proprie piacevoli emozioni ed esperienze, dal divertimento alla famiglia. Apprezziamo inoltre le varie espressioni dell'arte, dalla musica alla letteratura, nonchè le avventure mirate, da quelle turistiche a quelle sportive.
Qui gioca fortemente il carattere della persona, capace di superare i vari contrattempi in una visione ottimistica, anzichè pessimistica, dell'accaduto: senza con ciò confortarsi con l'allusivo esempio riportato nella Bibbia [2].
Infine i doni essenziali, cibo e acqua, nutrizione per la vita assieme all'aria, fluido inebriante del Clima nelle sue affascinanti cicliche variazioni.

2. I doni sgraditi: malessere e malattie

Nel nostro spazio temporale conosciamo anche, purtroppo, amarezze e asprezze: frequenti o costanti per tante persone, saltuarie e/o trascurabili per poche altre.
Cerchiamo ovviamente di evitarci incidenti e pericoli, ma spesso la lotta è impari ed il logorio conseguente mina l'equilibrio vitale per molti.
I malesseri possono preludere alle malattie, sia quelle casuali e apparentemente inspiegabili, sia quelle in cui siamo corresponsabili perchè trascuriamo le opportune prudenze.
Una curiosità: il fungo più bello e commestibile è quasi uguale a quello venefico, trae in inganno facilmente.
Sono sgraditi certi doni ~ ma potremmmo evitarli ~ come le debolezze consumistiche il tabacco, alcool, droghe.
Declassiamo poi da dolose a colpose quelle situazioni in cui l'uomo è imputabile per distrazione o superficialità, non per volontarietà e intenzionalità.
Infine le disgrazie, di tutti i tipi, da quelle provocate da noi stessi a quelle causate da altri: casi estremi i capricci della natura con terremoti, vulcanismo, uragani.
Casi intermedi le costruzioni edilizie senza criteri ragionevoli, a cavallo o quasi di corsi d'acqua spesso straripanti, alle pendici di vulcani, sulle faglie della crosta terrestre.
Il destino gioca un ruolo decisivo per la salute, è un dono temuto perchè imprevisto e misterioso, ritenuto ingiusto e incomprensibile da tanti. Predomina infatti la sofferenza, temuta persino da Papa Francesco [3].
Il Clima infine è una variabile sovente inquietante, fonte di spiacevoli sorprese con danni a sovrastrutture e persone, visibilmente in prospettiva peggiorativa per carenza anche di una politica ecologica della società umana.

3. I doni differenziati: sintesi soggettiva

Il confronto-scontro tra i diversi doni è anche oggettivo, ma la percezione provoca più scontentezza della contentezza nell'essere umano, almeno per la maggioranza dei singoli. I quali possono avere la fortuna di una vita con pochi inconvenienti ma la sfortuna di somatizzarli malamente; viceversa possono affrontare dure avversità ma sopportarle con pazienza, per fede o per carattere, con realismo e filosofia.
Comunque i differenti doni non si elidono tra loro ma si integrano: quelli graditi non sono del tutto meritati e quelli sgraditi non sono del tutto colpevoli.

4. I doni risultanti: un'equazione personalizzata

Sono fattori caratterizzati, in parte determinati, dal nostro libero arbitrio e dalla casualità degli avvenimenti: un fato imperscrutabile sulla terra, non nell'alto dei Cieli. Dove l'Autore del Tutto è Onniscente e pertanto Onnipotente: ma Buono e Giusto alla fine dei tempi?
Infatti il Male è Onnipresente tra gli uomini in varie forme e si oppone al Bene vanificando la Giustizia. La costante di alternanza ci ricorda la ribellione degli Angeli prima della Creazione.
Il peccato angelico originò nel paradiso terrestre quello umano di Adamo ed Eva, ai quali vanno pertanto concesse attenuanti motivate.
Nella scena biblica appare un personaggio leggendario, Enoch, vissuto 365 anni prima del diluvio universale per grazia di Dio, rapito in cielo (Genesi V, l8). Le Apocalisse apocrife lo presentano come un mago scrutatore della natura e testimone della ribellione degli angeli, la cui caduta premierà la sorte dei Giusti. La Giustizia infatti sarà perfetta dopo la morte ma prima l'Uomo conoscerà la delusione.
Ricordiamo la parabola evangelica [4] in cui il Signore premia egualmente gli operai della vigna assunti al sorgere del sole e quelli assunti quasi al tramonto. Caso palese di ingiustizia per l'ottica umana, non per quella divina.

5. I doni misteriosi: finali e finalistici

Giustizia e Bontà sarebbero molto desiderabili già su questa terra e in questa vita: invece la loro carenza è terribile, sia a livello individuale che collettivo. Ai singoli sono riservate malattie, incidenti, disgrazie senza colpe proprie, peggio ancora se colpe altrui.
Alle masse capitano violenze, terrorismo, guerre.
Il comune denominatore è l'Uomo, la sua salute psicofisica, dal concepimento alla tarda età, soggetto alle peggiori conseguenze in situazioni dolenti, logoranti, umilianti.
Il dono più amaro è il dolore innocente, creature del tutto incolpevoli che coinvolgono i loro familiari, nei quali è incomprensibile e inaccettabile l'accaduto, Qui la ragione umana è messa a dura prova: si può reagire rifugiandosi nella sordità del nulla, talvolta con la lucidità di voler anticipare la sconfitta. Oppure con il tentativo laico della resilienza psicologica. Meglio ancora con l'accoglimento fideistico ispirandosi al personaggio biblico [5] simbolo di lamentazioni giustificate, di proteste accorate, di premiante vittoria.
Si può pensare e sperare nella compensazione celeste della mancanza terrestre del bene: "Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perchè saranno saziati".
Ecco il dono misericordioso dell'Oltre.

Legenda:

[1] Samantha Cristofoletti, astronauta dalla stazione spaziale: "sono in un avamposto che scruta il Cosmo"
[2] Genesi 32: colpito dall'Angelo sul nervo sciatico, Giuseppe zoppica e soffre, ma è premiato con il nuovo nome di Israele
[3] Papa Francesco ai giornalisti sul volo di ritorno dalle Filippine: "sarò incoscente ma non temo la morte, temo il dolore" (TV 2OOO 5/1/2015)
[4] Matteo 20, 1-16
[5] Giobbe

P.S.: Per alcuni riferimenti bibliografici sull'ENOCHismo ringrazio il prof. Matteo Andolfo, docente all'UNITRE di Filosofia greca, cristiana, patristica, bizantina.


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