L'entropia dell'uomo
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization

Il maggior cultore della scienza entropica ha coerentemente subìto - come tutti prima o poi - la legge della degradazione termodinamica della materia.

[gif - 497 kilobyte - Ilya  Prigogine] Ilya Prigogine nasce a Mosca nel 1917 stabilendosi con la famiglia nel 1921 in Belgio, si laurea in chimica nel 1945 dedicandosi all'insegnamento, dal 1961 al 1966 anche all'Università di Chicago, assieme alla direzione, nel 1959, degli Istituti Internazionali di Fisica e Chimica di Bruxelles e nel 1967 del Centro Studi Statistici di Meccanica di Austin, Texas. La sua parabola umana si è appena conclusa e qui lo ricordiamo con l'ardito parallelismo concettuale in titolo. E' noto che la termodinamica concorre a governare la natura stabilendo anzitutto che nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma (Primo principio), anche se spesso invisibilmente sotto i nostri occhi. Il contenuto di calore della materia è chiamato entalpia (espressa recentemente in Joule) e ad ogni scambio termico, naturale o artificiale, la temperatura assoluta (gradi Kelvin) diminuisce, come la nostra vita restante al fluire del tempo. Il rapporto tra detto contenuto calorico, una quantità costante ma in trasformazione, ed il conseguente livello termometrico, una qualità ineluttabilmente calante, dicesi entropia (J/K) valore matematicamente in aumento dopo ogni processo ambientale.
E' più popolare la conoscenza dell'effetto serra, apparente contraddizione del raffreddamento del globo, seppure collocabile verso l'infinito: l'aumentato prelievo di risorse energetiche sotto terra emettendone le scorie nell'atmosfera, eleva la temperatura circostante modificando l'equilibrio esistente in natura con siccità ed innondazioni, nonché influendo in varia misura sulla salute umana. Ma l'eccezione conferma la regola, nel senso che nel passato remoto del pianeta vi furono sconvolgimenti terribili, non antropici, dal vulcanismo attivo e diffuso al bassissimo livello oceanografico. Adesso trattasi di alterazioni recenti dovute allo sviluppo industriale che con il progresso tecnologico possono diventare compatibili a breve termine con il sistema sociale se economicamente equilibrato.
Per contro l'entropia (Secondo principio) è una evoluzione incontrollabile ed applicabile a tutta la materia termochimica e l'essere umano si distingue soltanto - oltre a prenderne coscenza - per l'estensione temporale della propria conseguenza entropica: durata esistenziale quasi sempre superiore alla fauna ed alla flora, irrilevante rispetto al mondo inorganico generato nella notte dei tempi ed ivi altrettanto misteriosamente proiettato.
Se l'uomo viveva mezzo secolo sino ad epoche recenti ed ora tende al secolo avendo anche maggiorato doti intellettive e culturali, alla natura inanimata è stata concessa (in compenso?) una genesi antica ed una fine predestinata, forse dal fuoco primordiale al gelo futuribile.

Ed ecco la riflessione: l'entropia conclusiva, quando avverrà e se in presenza della razza umana, la includerà necessariamente nei corpi preservandone le anime? Questa almeno è la certezza religiosa e l'incertezza laica.
“Tra il tempo e l'eternità” scriveva nel 1989 Prigogine con l'epistemologa Stengers, decifrando il messaggio dell'entropia in cui fisica e filosofia ritrovano un comune modello conoscitivo. In questo complesso libro si spazia inoltre dall'incredibilmente piccolo dell'atomo all'immensamente grande dell'universo, con tutti gli interrogativi possibili e senza una scienza libera dell'utopia di un sapere infinito. Questo scienziato eclettico ha prodotto molte opere divulgative, sia edite che congressuali, tra queste “Le frontiere della complessità” nel dicembre 1993 presso l'Istituzione Hypothesis di Milano. Già nel 1954 pubblica “Introduzione alla termodinamica dei processi irreversibili” in cui approfondisce il concetto di “strutture dissipative” in grado di sopravvivere indefinitamente in equilibrio con l'ambiente.

Le sue ricerche sulla termodinamica e i concetti di tempo e di irreversibilità gli hanno assicurato una lunga serie di riconoscimenti culminati nel 1977 con il premio Nobel per la Chimica.


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"L'entropia dell'uomo" all rights reserved - 10 giugno 2003
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la foto di Ilya Prigogine proviene da: http://www.nobel.se/chemistry/laureates/1977/prigogine-autobio.html


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