New Orleans: un ricordo
Una riflessione dopo il disastro...
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization

Alcuni giorni di vacanza, gennaio 1994, a margine di un convegno professionale dell'American Society Heating Refrigeration Airconditioning Engineers e della collaterale Esposizione Fieristica della climatizzazione dell'aria per conforto abitativo.

Vorrei confessare che il motivo principale del viaggio è stato il fascino di questa insolita città, che con mia moglie ho percorso nei suoi chiaroscuri. Di giorno la zona moderna dei grattacieli, uffici ed alberghi, il vicino Superdome ospitante 100000 spettatori, il parco dedicato al celebre trombettista Louis Armstrong attorniato da ville dalla raffinata architettura; il lungo fiume con un interessante Acquario con annessa serra tropicale; il maestoso Mississippi solcato dai caratteristici battelli a ruota e da navi che percorrono ancora 180 km prima dell'estuario.

Soprattutto il quartiere francese con le strade così ortogonali tra loro da essere chiamato il Vieux Carré: case eleganti cinte da balaustre in ferro battuto dai cui balconi la gente spesso festeggia gettando sui passanti collanine con i colori (giallo, rosso, verde e viola) della loro tradizione carnevalesca. Nelle piazze la propensione giocosa degli abitanti si manifesta con bancarelle ed orchestrine di jazz, la coinvolgente musica che tocca corde emotive con anziani suonatori nella cantina della Preservation Hall, ingresso e registrazioni a prezzi popolari . Disse Armstrong: ”Ciò che suoniamo è la vita” (*).

Altrettanto ospitale, ovviamente su un piano più elevato, l'accoglienza nella splendida cattedrale di Saint Louis, fronte porto fluviale, per l'interno festosamente corredato da bandiere nazionali come un edificio civico, nonché per le parole di benvenuto del sacerdote, dopo l'omelia, a due coniugi italiani. Buon segno di ripresa, 2 ottobre 2005, la prima messa dopo l'innondazione.

bambolina nella torta Ecco un'altra manifestazione di allegria, però con stravagante dose di incoscenza, a cena nel maestoso albergo Hyatt Regency: scelgo una fetta di torta dall'aspetto invitante, decorata con zucchero colorato come le collanine, e rischio di inghiottire un oggetto ivi nascosto; avevano inserito una bambolina di plastica - dimensioni 1x2x3 centimetri - il cui ritrovamento segnalava, secondo il costume locale, la vincita di una grossa torta! ho protestato vivacemente per l'evitato pericolo non apprezzando certamente "la fortuna" di tale premio.

Calano le tenebre, quelle temporali e quelle morali: molti numeri e varietà di locali con spettacoli "al limite ed oltre" del lecito, comunemente inteso, per lo meno del buon gusto; tanto da fare ricordare, con il contorno di altri vizi umani intravisti nelle aperture sulle vie, i nomi delle bibliche città della perdizione a sud del Mar Morto.

Invece é il "Mar Vivo" periodicamente in agguato, originandosi dal Golfo del Messico tanti uragani le cui iniziali superano le lettere dell'alfabeto (quello attuale a nome Wilma). Causano morte e distruzione nei Caraibi, ma la loro rotta verso la costa meridionale degli Stati Uniti é ancor più terribile: come quello di fine agosto 2005 con l'apice di forza 5 in una città costruita a livello del fiume e più bassa del lago retrostante con argini cedevoli.

Dopo il terrorismo letale a New York si era "vaticinato" un terremoto a San Francisco, peggiore dei precedenti, nonché un 'alluvione drammatica proprio a New Orleans: sono le tre città statunitensi più belle ed originali tra quelle che conosco. Spesso si può parlare di ineluttabilità, ma per il capoluogo della Louisiana la corresponsabilità umana non é esclusa, sebbene preterintenzionale: gli eccessi dei consumi energetici e la conseguente sottovalutazione dell'inquinamento ecologico, con incremento delle trombe d'aria umida. La natura é "naturalmente" l'origine dei fenomeni meteorologici in tutto il mondo: qui il calore marino, generato tra Texas e Florida, non riscalda l'America del nord ma - come una nemesi terracquea - attraversa l'Atlantico e tempera il clima dell'Europa settentrionale. Se alle condizioni naturali, di per sé imprevedibili ed incontrovertibili, sovrapponiamo l'effetto serra provocato dalle esponenziali attività antropiche, il risultato é disastroso ed ancor più per i posteri. Una recente previsione scientifica parla di un rialzo ambientale di 4°C verso fine secolo con una progressione preoccupante. Le autorità USA hanno sinora rifiutato di firmare il Protocollo di Kyoto per non aggravare i costi industriali necessari a rispettare l'ecosistema, forse accorgendosi ora che é superiore il prezzo da pagare per riparare i danni conseguenti al surriscaldamento del pianeta. Però da recenti sondaggi i loro elettori privilegiano nuove perforazioni di pozzi di petrolio, addirittura in zone ecologicamente protette, pur di non rinunciare ai loro consueti consumi energetici, che oggettivamente sono in parte sprechi di una società economicamente viziata.

Tra i vari punti negativi la predilezione di automezzi energivori e di climatizzazione spinta: su questo ultimo argomento ho espresso critiche professionali dalla prima esperienza di permanenza nel Wisconsin, 1967, pubblicando in merito articoli a partire dal viaggio in oggetto (1). Mantenere gli spazi abitativi troppo caldi d'inverno e troppo freddi d'estate comporta maggiori prelievi delle risorse dal sottosuolo ed immissioni termiche nell'atmosfera: i guai conseguenti sono economici, in particolare di salute per gli eccessivi differenziali termoigrometrici: specialmente per il nostro metabolismo mediterraneo. Inoltre il condizionamento dell'aria determina un "Paradosso climatico" (2) - così come ecologicamente parlando citiamo un "Patto e impatto" (3) - e la sua diffusione nel mondo del benessere emergente, anche abbassando la taratura degli ambienti abitati, concorre all'aumento della temperatura circostante. Ciò ben inteso non motiva tornadi e tifoni "referenziati" da sempre ...

Nei versetti della Genesi dedicati alla Creazione dell'Uomo, si enuncia la moltiplicazione della specie e la dominazione sulla terra: ma non sembra attuale fraintendere la normale continuazione procreativa in un contesto di egoistico deterioramento ambientale.

Un messaggio proviene dal mondo ultimo, l'Africa che pare aver visto nascere l'umanità: una tradizione orale della tribù Kikuyu racconta che "la terra é madre di tutto ciò che é animato, il legame comune delle generazioni passate, presenti, future". (*)

(*) "Saggezze dell’Umanità" mostra fotografica Follmi, Milano via Dante, autunno 2005.

(1)"I nemici del condizionamento" rivista L'Installatore Italiano, 2/94

(2) www.seeandlisten.it/opinioni/egb24.html

(3) www.seeandlisten.it/opinioni/egb28.html

New Orleans New Orleans New Orleans


www.seeandlisten.it/opinioni/egb30.html

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