Fior e fuor di zucca
Oscillazioni della ragione
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization

Lo spunto di questo pretenzioso intervento - dal titolo curioso e pertinente, anzi impertinente - è una nota trasmissione serale RAI 1 di qualche tempo fa.
Il tema allora attuale - oggi ancor più - verteva sul comportamento, sovente incoerente, di tante persone normalmente affidabili nelle parole e nei gesti.
Il conduttore teleintervistava un affermato psicanalista il quale stimava una metà della popolazione solitamente coerente e razionale, l'altra metà invece... il giornalista, alquanto sconcertato nonostante la propria intensa professionalità, chiedeva come provocazione se tale distinzione poteva applicarsi anche al pubblico in sala: la risposta confermativa lasciava tutti perplessi e scettici, pur trattandosi di un modello statistico.
Ritengo che le peculiarità comportamentali siano caratteriali e spontanee e quelle gradevoli non escludono quelle temporaneamente contrarie: le quali non sempre sono biasimevoli, anzi possono riscuotere simpatia per la forma pur irragionevoli nella sostanza.
Trattasi chiaramente di valutazioni sia soggettive sia oggettive, le seconde meno aleatorie, le prime più umorali quindi meno valide ma spesso più accreditate nella gente: una discutibile suddivisione è ipotizzabile tra le variegate realtà, peraltro con sfumature valutative e confini labili nel contesto del momento.
Comunque nella presunzione di interpretare la complessa natura umana con un'analisi graduata, ecco una scala di giudizio ovviamente personale e stravagante da 1 a 5 per i "fuor di testa" e da 6 a 10 per i "fior di testa": lasciando nello zero chi purtroppo, spento il libero arbitrio, ha già compromessa la propria salute mentale.

[La scala santa del Paradiso] [Nell'immagine: La scala del Paradiso di San Giovanni Climaco, Monastero di Santa Caterina, Egitto]

Al 1° gradino potremmo collocare quelle persone con istinto prevaricatore di ogni razionalità, quindi capaci di violenza episodica ma dirompente. La cronaca sta offrendo casi del genere, forse frutti di patologie anaffettive: sono pochi episodi ma sembrano tanti per la moltiplicazione mediatica.
Nel 2° gradino poniamo chi abitualmente delinque, pertanto moralmente peggiori dei precedenti ma, paradossalmente, di minor "fuori di senno" in quanto i loro misfatti sono gestiti razionalmente.
A salire sul 3° gradino troviamo minoranze ideologiche e fideistiche debordanti dal "buon senso": dai fanatici sportivi agli estremisti politici, quando la violenza pretende la giustificazione in fissazioni mentali, persino spirituali.
Nel 4° gradino troviamo molte persone di discreto ceto e senso, di norma stimate in famiglia - meno in azienda e in città, oppure viceversa - che saltuariamente innescano o alimentano polemiche, a volte risse verbali, emotive ed illogiche, oppure strumentali nei dibattiti pubblici. Altri esempi: le riunioni condominiali e le intemperanze stradali, dimenticando che i propri diritti debbono contemperare i propri doveri, ed entrambi quelli altrui.
Al 5° gradino infine una moltitudine di "peccatori veniali": giocatori incalliti, creduloni astrologici, pazienti di maghi e guaritori; tutti anche "fuor di portafoglio". Peggio ancora quelli "fuor di salute": drogati ed in generale chi abusa di alcool e tabacco, chi esagera in tatuaggi e ferri sotto pelle, chi permane a lungo in locali con suoni e luci violente; l'esperienza insegna che certe devianze giovanili si pagano nella tarda età, sempreché la si raggiunga.
Voltiamo "pagella" votando il 6° gradino con il "bel gesto" delle persone quasi come le precedenti, ma capaci di isolare queste debolezze esistenziali a livello ragionevolmente accettabile, premiante con l'autocontrollo un iniziale "florilegio".
Al 7° gradino tutti quelli che vivono di normalità - e sono tanti, ma non fanno notizia - dominando momenti inevitabili di nervosismo con la capacità di pensiero: merito fortunatamente anche spontaneo, comunque "fiore e frutto" di civismo e socializzazione.
Nell'8° gradino la categoria del "fiore" all'occhiello, cioè persone esposte alla pubblica valutazione e necessariamente condizionate ad una superiore razionalità, ancorché impressa più che innata: intellettuali, scienziati, artisti, medici, giudici, amministratori di vario tipo.
Il 9° gradino si restringe a pochi esempi virtuosi: benefattori e missionari, volontari civili e assistenti sociali; in generale menti nobili laiche e religiose portatori di "fiori di senno".
Il 10° gradino è virtuale, speculare allo zero nel senso del massimo livello di merito e ragione "floreale": un augurio di speranza di un futuro migliore per l'attuale umanità, che sembra più "fuori che fiori di zucca".

Quanto sopra "disegnato" è debitore anche di un originale diagramma a quattro assi "cartesiani" dei comportamenti esistenziali, con evidenziati nomi celebri della storia: il geniale autore Luciano De Crescenzo nel libro (Mondadori 1977) "Così parlò Bellavista".


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