A sua "insaputa"
Espressione malandrina per atti malandrini
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization





L'espressione in titolo, alquanto malandrina, è di attualità essendo caratterizzata da goffi tentativi di giustificazione da parte di alcuni personaggi, solitamente politici, che hanno ricevuto privilegi senza, risibilmente, individuarne le fonti. Questi benefattori (sic), prima o poi, associati ai beneficiati sotto l'aspetto morale, oltre che penale in caso di corruzione e concussione: adesso giuridicamente sanzionati tra privati, già in atto con i pubblici. Vale, per chi è coinvolto, la sentenza lapidaria: "non poteva non sapere".
Volendo estremizzare il concetto tematico in qualche caso discutibile, ricordiamo quell'ordine dato dal comandante della Costa Concordia al timoniere, il quale a "insaputa" del suo superiore, virò la nave dalla parte opposta: così sembra paradossalmente e contribuendo alla tragedia.
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Diversa e inquietante, a "insaputa" degli esperti, la mancata conoscenza del ravvicinato terremoto dell'Aquila, pertanto sanzionata penalmente: in attesa di una salvifica sfera di cristallo, prima di ulteriori sommovimenti della terra, sarebbe opportuno un atteggiamento razionale di tutti i protagonisti. Se monitorare i sussulti vulcanici è possibile, altrettanto impossibile prevedere i tempi sismici, soltanto i luoghi.

Più in generale molti accadimenti nel mondo avvengono a propria "insaputa" degli autori: cioè istintivamente e con sottovalutazione dei fatti e quindi senza porsi problemi conseguenziali.
Ciò non toglie ovviamente il riconoscimento della colpa, semai qualche attenuante; per contro le aggravanti nei casi di violenza di ogni genere nella dovuta consapevolezza che a certe azioni possono corrispondere reazioni, anche sproporzionate.
Su un piano culturalmente astratto ecco i filosofi greci esprimere valori, morali ed etici, propedeutici - a loro "insaputa" - ovviamente, alla riconferma nel Cristianesimo.
Platone e Aristotele, esempi sublimi, sono gli ispiratori a secoli di distanza del pensiero, rispettivamente, di Sant'Agostino d'Ippona e San Tommaso d'Aquino.
Con questa visione positiva possiamo riflettere sull'essenza ontologica dell'umanità: la creazione, la vita, la conclusione.
A nostra "insaputa" le peculiarità della nascita, l'evoluzione dell'esistenza, il mistero escatologico. Abbiamo la certezza del traguardo, ma con la precarietà conoscitiva dei modi e dei tempi: purtroppo? Meglio così, è la migliore "insaputa"!



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