Un beato sociale
padre Luigi Maria Monti
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo
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Opinioni raccolte e suggerite per riflettere
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L'università delle tre età (UNITRE) offre cultura nelle più varie forme a tutti, in particolare agli anziani che dispongono di tempo diurno e di docenti sovente coevi. Dopo un'esperienza lavorativa nel campo tecnico è interessante integrare, nel proseguio del pensionamento, apprendimento comunque diverso. Diversamente diverso - ossimoro di moda - certamente la teologia con i complementari elementi storici, umani, sociali.
In questo contesto Sergio Cerastico, nostro professore (°), ha sollecitato gli allievi a collaborate con eventuali argomenti: un compagno di classe ha egregiamente presentato la vita di alcuni "santi sociali". Più modestamente mi aggiungo con la casualità di abitare di fronte all'unica parrocchia del mondo di questa Congregazione, conoscendo alquanto del personaggio in titolo.
L'antefatto risale all'imprevista vicenda, capitata a mia moglie il 5 maggio 1993, ampiamente descritta su questo sito nell'articolo curioso intitolato "Scherzo al Papa", concluso con un rigo scherzoso.
Padre Luigi Maria Monti: la vita di questo venerabile personaggio è per certi aspetti avventurosa, talmente densa di avvenimenti da doverla qui sintetizzare con un frammento del contenuto bibliografico.
Nasce a Bovisio (Ml) il 24 luglio 1825 e muore il 1° ottobre 1900 a Saronno (VA) ivi sepolto nel chiostro della chiesa del seminario. A 12 anni inizia l'apprendistato di ebanista; gia a 17 anni scopre la vocazione spirituale e assistenziale a poveri, orfani, malati. Organizza l‘oratorio serale che la gente chiama "la compagnia dei frati": la polizia (austriaca a quel tempo) sospetta una cospirazione politica e incarcera a Desio tutti i partecipanti. Chiarito l'equivoco i prigionieri sono liberi: dalla cella carceraria hanno mutuato l'esperienza della cella conventuale.
Nel 1852 entra nel noviziato dei "Figli di Maria" a Brescia; apprende nozioni di farmacia, medicina, piccola chirurgia.
Nel 1857 viene proposto capo dell'istituzione chiamata "Figli dell'Immacolata Concezione". Accetta la nomina confortato da una visione mistica. L'anno dopo entra nell'ospedale romano di Santo Spirito e collabora con gli infermieri laici dei "Cappellani Cappuccini". Si ammala per la durezza della sua dedizione agli altri e ritorna al paese natale dedicandosi anche all'educazione degli orfani, aiutato da padre Dossi suo direttore spirituale.

[padre Monti]

Nel 1864 riprende la missione ospedaliera a Roma, ma per contrasti interni è confinato in un cronicario periferico. Viene poi riabilitato grazie all'amico Ercole Albuzzi della "Compagnia dei Frati".
Nel 1868 è incaricato da padre Nicola da Marignano, ministro generale dei Cappuccini, della conduzione dell'Ospedale di Orte, ove in 9 anni attua grandi miglioramenti organizzativi, diplomandosi anche in una scuola medica superiore.
L'anno 1877 è decisivo, per lui ed i Suoi Concettini. I Visitatori Apostolici don Giovanni Bosco (ora Santo) e Mons. Luigi Forani indicano padre Monti come Superiore Generale dei "Figli dell'Immacolata Concezione". Pio IX (ora Beato) conferma la nomina: ricordiamo che Papa Mastai Ferretti aveva poco prima proclamato il dogma di Maria e vedeva con simpatia questo nuovo ordine religioso.
L'anno dopo è riconfermato capo della Congregazione da Papa Leone XIII. Abita e lavora a Roma in Trastevere, ove scrive la Costituzione della Comunità regolamentando l'attività infermieristica, grazie al suo carisma di carità, degli ormai numerosi confratelli.
Nel 1883 progetta il sacerdozio per coloro che al suo fianco si adoperano anche in assistenza religiosa: ma in alto loco curiale questa iniziativa viene avversata a lungo. Nel frattempo, nel 1886 stabilisce a Saronno la Casa Madre della Congregazione accogliendo orfani e malati.
Nel 1900 si aggrava la salute di padre Monti che si dispone alla morte con profondo spirito di accettazione della volonta divina.
Una statua che lo raffigura è posta davanti alla chiesa parrocchiale di Piazza Frattini ed un'altra sopra una colonna all'interno del Duomo di Milano.
Da rimarcare l'umiltà della sua dedizione nel curare fisico ed anima dei piu bisognosi, molti in quell'epoca. Nobili le sue capacità ideali ed umane nel gestire centri di ricovero sanitario, ove possibile, e di aiuto sociale, ove necessario.
Come ampiamente motivato nei libri citati a fine articolo, l'esistenza di padre Monti è stata una testimonianza di fede, un atto di coraggio, un messaggio d'amore. Infine un confortante esempio di preghiere ed opere concomitanti: senza quest'ultime le prime perdono l'efficacia.

[Veduta della Chiesa]

Bibliografia

"Fratello degli infermi" della Congregazione Concezionisti
"Un apostolo della carita" di Igino Giordano
"Padre monti Beato" di Ennio Apeciti

Nota

(°) Sergio Cerastico, Laureato in Economia e Commercio all'Università Cattolica del Sacro Cuore, dottore in Teologia Sistemica; autore del libro "JOHN HENRY NEWMAN, l'università, i laici", Cittadella Editrice



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