Davanti le quinte
Dopo Dietro le quinte, un nuovo capitolo di storia folcloristica genovese...
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization

Apparire oggi é quasi un imperativo, superiore a quello dell'avere e soprattutto dell'essere: tempo fa poteva divenire casuale e magari più meritevole; ma senza esaltazione, piuttosto con curiosità ed un pizzico di autoironia.

Infatti il precedente articolo descriveva un fugace ruolo "dietro le quinte" mentre qui, in un sussulto di anziana memoria, mi presento "davanti". Cinquant'anni addietro interrompevo la carriera di ufficiale di marina per le conseguenze sulla salute della gravosa navigazione e sala macchine. Durante la pausa ristoratrice mi capitò di accompagnare mia sorella - 19 anni ma allora le giovani non uscivano sole di sera - alle prove di un gruppo "artistico-dilettante" sotto il patrocinio ENAL (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori).

Il direttore era Piero Maffei e il capogruppo Luciano Della Costa coordinatore di 24 ragazzi e ragazze: qualcuno musicista e voce solista, gli altri coristi e ballerini in una riedizione di costumi folcloristici ambientati al XVIII° secolo della Repubblica Marinara di Genova; canzoni recenti nel tipico accento ligure.

Arena di Castellon de la PlanaDopo alcune riunioni avevo fatto amicizie e quando, scherzando, accennai alle danze "comandate" a bordo delle navi passeggeri (vedere foto negli articoli 7 e 35), mi proposero di lasciare il posto di spettatore per quello del "protagonista": ovviamente di "seconda fila" così come "sottovoce del coro"... Frequentavo nel '57-58 la facoltà genovese di Economia e Commercio, dato che allora quella di Ingegneria richiedeva, paradossalmente, la maturità liceale anziché il diploma tecnico. Studiavo con universitari più giovani e vivevo con spensieratezza goliardica, pertanto accettai allegramente quel ruolo collegiale "davanti alle quinte": che poi non c'erano al mio esordio (14/3/58) su un palco nel centro dell'arena di Castellon de la Plana, città tra Barcellona e Valencia.

L'occasione diventò emozionante anche per lo svolgimento del festival del folclore con gruppi internazionali: quelli centro-americani ed est-europei erano molto bravi, direi professionisti; noi compensavamo con simpatica esuberanza che, ricambiata, ci corroborava spirito e corpo. Il programma, ridotto per lasciare spazio agli altri, prevedeva almeno sei balli e quattro canzoni in dialetto: quella più nota per il richiamo nel cuore della patria distante é "ma se ghe pensu". Sorvolo sulle varie rappresentazioni successivamente avvenute, soli o con altri gruppi anche all'estero - tra cui ne descriverò un paio per l'eccezionalità - per concludere la personale attività "artistica" al Raduno del Costume, agosto messinese 1959.

Crociera Genova Napoli

Poco dopo, infatti, iniziavo la mia attività "termodinamica" a Milano e fu giocoforza abbandonare quella gioiosa comunità genovese; prima dell'ultima mia partecipazione a Messina - una dozzina di gruppi, dalle Antille alla Polonia, e televisione RAI - capitarono due inviti tanto insoliti quanto intriganti. Il primo era originale: un "galà mediterranean cruise" nel teatro della turbonave "Indipendence" la sera del 30/3/58 tra Napoli e Genova; per me quel pur breve ritorno a bordo fu un "colpaccio nostalgico", per i passeggeri stranieri il nostro dialetto era ben più ostico ma gli applausi divennero inversamente proporzionali alla comprensione dell'epoca storica e regionale.

L'altro invito sconcertò parecchio perché si sarebbe valicata - forse eravamo il primo gruppo italiano - la "cortina di ferro", venti mesi dopo i tragici fatti di Ungheria: la partecipazione, corale e poi specifica, ad un viaggio in Cecoslovacchia (allora unico Stato). Anzitutto un festival del folclore a Straznice, paese ospitante ogni anno dette manifestazioni: presenti molti gruppi (nazionali e romeni, austriaci e francesi) con i quali ci alternavamo in spettacoli all'aperto e ripresi televisivamente.


Gruppo genovese ENAL
Il gruppo incontra gente cecoslovacca
Mappa del tour
Il Gruppo genovese ENAL entra in Cecoslovacchia
Il gruppo incontra gente cecoslovacca
Mappa delle città ospitanti gli spettacoli


Eravamo partiti in treno da Genova il 26/6/58; pernottamento a Vienna ed attraversamento della frontiera - con ovvi rigorosi controlli di polizia - sino alla città di Breslav. La supernovità consisteva, dopo tre giorni festivalieri, nell'esaudire la loro richiesta pregressa di rappresentazioni, durante due settimane, in quasi venti località piccole e grandi della Boemia e Moravia: come da acclusa mappa originaria.

Per disporre di programmi idonei, variabili da 1 a 2 ore a seconda delle preferenze per il meglio dell'Italia percepita in loco - canto lirico e popolare, napoletano compreso - erano stati coinvolti alcuni professionisti vocali e strumentali: tutti fummo, oltreché spesati completamente, retribuiti con la moneta corona, che non essendo valida al ritorno venne convertita in oggetti vari, soprattutto le celebri cristallerie boeme. Il nostro impegno toccò l'apice nello studio televisivo di Praga (7/7/58), aperto ad una platea di commensali plaudenti, noi alquanto imbarazzati per il trucco obbligato dalle luci della ripresa. Sull'autobus itinerante, per centinaia di chilometri sino al 13 luglio, eravamo accompagnati dall'interprete, professore Karel, e dalla responsabile governativa, signora Edith. Prima delle rappresentazioni serali, all'arrivo in ogni città ci guidavano in visite turistiche. Tra i ricordi nel mio diario Brno, la fortezza dello Spitzberg sulla collina con i cimeli del prigioniero Silvio Pellico e la capitale - la cui meravigliosa urbanistica rivisitai con mia moglie nel '90 e '96 - con l'incontro nel consolato d'Italia e la preghiera in varie lingue nella chiesa del Bambino Gesù di Praga.

 

Emilio e Laura Bacigalupo
Emilio e Luciano ...48 anni dopo
Con mia sorella Laura alla sfilata messinese
Incontro con il capogruppo Luciano dopo 48 anni

Il calore dell'accoglienza ci seguì per tutti i siti percorsi, specialmente quelli minori, con sorprendenti gesti di simpatia verso i rappresentanti di un paese mai visto ma conosciuto: eravamo forse gratificati al di là dei nostri meriti artistici, certamente per quelli solidali.

Quale miglior conclusione sapere che quella compagine resiste al logorio del tempo (il gruppo folcloristico “Città di Genova” fu fondato nel 1912), addirittura con due ex giovani, tra cui il capogruppo dell'epoca: cercato ed incontrato di recente a Genova-Quarto presso il monumento alla partenza dei mille di Garibaldi. Dietro o davanti le quinte, far tesoro delle esperienze é della vita la "quintessenza".
 

Il gruppo oggi
Gruppo Città di Genova
La tradizione continua...
Gruppo folcloristico Città di Genova - oggi...


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